Il ristorante propone Salmone UP stream.
Unico al mondo, l'attenzione a ogni dettaglio, senza compromessi. Controcorrente.
Gli arredi raffinati e il caminetto acceso nella stagione invernale creano l'atmosfera perfetta per una cena a due, coccolati dalle preparazioni dello Chef.
La cantina offre un'attenta scelta tra etichette di nicchia e di grande eccellenza, tra vini rossi e bianchi, Champagne e bollicine italiane, per il giusto abbinamento con i piatti del menu.
Per gli appassionati, il menu contempla un'ottima offerta di piatti a base di pesce crudo di altissima qualità, sapientemente lavorato e trattato secondo le normative di legge.
Le specialità del ristorante sono i piatti di pesce, preparati con ingredienti freschissimi e di qualità.
Lo Chef Umberto Ravenoldi esprime tutta la sua passione e creatività nelle specialità che offre nel suo ristorante, garantendo ai suoi ospiti un'esperienza di gusto indimenticabile.
Il ristorante è caldo ed accogliente, con arredi e mise en place curati nel dettaglio che creano un'atmosfera rilassante per gustare le delizie in tavola.
Anche la selezione di distillati è adeguata alla qualità della pietanze, le migliori etichette sono proposte tra le più famose e i prodotti di nicchia.
Acciughe del mar Cantabrico
Patata bollita e schiacciata con acciughe del mar Cantabrico
AFFETTATI
Piatto di salumi
LE CARNI CRUDE
Tartara di manzo
Papalina di Caviale Calvisius Prestige(10gr.) e burro di centrifuga montato
Mozzarella di bufala, lingotto di tonno crudo e bottarga di Tonno
Tartara di tonno nostrano aromatizzata alla polvere di capperi
Tartara di tonno nostrano con mandorle e rucola
Tartara di scampi e gamberi rossi
Tartara di scampi e cappesante
Tris di tartare
Spezzatino di tonno con mandorle e rucola
Carpaccio di mazzancolle in insalata
Gamberi marinati con menta e polvere di limone
Scampi
Gamberi rossi
I PRIMI PIATTI DI PESCE
Gnocchetti con crema di gamberi
Bigoli con acciughe e pane tostato
Bigoli con carbonara di bottarga e tonno alla crudaiola
Mezze maniche di Pietro Massi, con Puttanesca di Ventresca di Tonno
Spaghetti con polpa di canestrelli, gamberi e topinambour
serviti con crumble piccante e bottarga di Tonno
I PRIMI PIATTI DI CARNE
Tagliatelle di Pietro Massi al burro fuso e salvia in “abito” di spalla cruda Ruliano
Agnoli in brodo di cappone
Tagliatelle di Pietro Massi, al salmi' di cinghiale, arancia e zenzero
Bigoli con ragu' di manzo e maiale
Trippa di fassona piemontese
Cotiche “alla marinara”
I PESCI
Seppia e Canestrelli nostrani su crema di patate e prezzemolo
Storione al vapore con zucchine al salmoriglio e datterini confit
Moscardini nostrani in guazzetto
Cappesante gratinate
Code di Gambero saltate in padella con verdure tagliate a filo
Code di Gambero saltate in padella con Rum e buccia di lime
Trancio di pesce fresco “al cartoccio” ai profumi del Mediterraneo
LE CARNI
Tagliata di manzo
Arrosticini di fegato e cipolla
Petto d'Anatra alla plancia con glassa di frutta ed agrumi, al profumo di rosmarino e salvia
Crema catalana
Panna cotta con caramello o salsa ai frutti di bosco
Salame dolce
Torta fredda al torrone ed amaretti
Tris di dolci di nostra selezione
Gelato di nostra produzione
Sorbetto
Ananas
Il ristorante La Chiusa, con il suo ambiente riservato ed accogliente, si presta perfettamente per pranzi o cene aziendali in totale riservatezza.
Location adatta per una colazione di lavoro o un pranzo veloce, senza rinunciare al gusto e alla qualità.
Su prenotazione si possono organizzare eventi come battesimi, comunioni, cresime, compleanni, feste di laurea, con menu dedicati.
I Clienti possono usufruire di un comodo parcheggio adiacente al ristorante.
La cattedrale, dedicata a Sant'Andrea Apostolo e Santa Maria Assunta, divenne solo in seguito la chiesa principale della città. La precedettero la pieve di Santa Maria Assunta, eretta prima del Mille nel borgo di allora, a un chilometro dal centro attuale ed entro le mura quella di Sant'Erasmo.
Nel 1377, al centro della fortezza, si diede inizio alla costruzione di una seconda chiesa gotica, dedicata a Sant'Andrea Apostolo, la quale si rivelò troppo piccola per le necessità dell'abitato, quindi si decise di ampliarla. Nacque così il tempio attuale, che del precedente conservò soltanto il presbiterio e il campanile.
La nuova costruzione, su progetto di Guglielmo Cremonese, fu avviata nel 1472 con la posa della prima pietra.
Per coincidenza, nel 1470, anche nella vicina città di Mantova si decise di trasformare la già esistente chiesa di S. Andrea, ma mentre a Mantova l'architetto Leon Battista Alberti creò una delle prime basiliche rinascimentali, ad Asola Guglielmo si attenne alla tradizione, ideando una chiesa gotica in armonia con la precedente, pur se più solenne e grandiosa.
La fabbrica, fu terminata nel 1514 ma già nel 1501 era stata consacrata.
Sino a tutto il Settecento la cattedrale fu oggetto di assidue cure e abbellimenti. Nel Cinquecento si arricchì dei numerosi affreschi recentemente rimessi in luce.
Caduta la Serenissima, per la cattedrale cominciarono tempi difficili, mentre la crisi economico-sociale, che colpì il territorio mantovano durante e dopo il risorgimento, ne impediva persino la normale manutenzione.
Al degrado del monumento, tra i più cospicui nell'arte lombarda tra gotico e rinascimento, si rimedia dalla seconda metà del Novecento con ampi restauri, accurati recuperi e la salvaguardia delle opere dismesse, per le quali è stato creato accanto al tempio il relativo museo.
Si tratta di un edificio storico di Solferino, in provincia di Mantova, in Lombardia, situato nei pressi dell'omonimo ossario monumentale e del Museo del Risorgimento di Solferino e San Martino, chiamato anche la “Spia d’Italia”.
Si suppone ci sia stata un’occupazione etrusca nel V secolo a.C., poi Celti, Galli e Romani. Passato il periodo medievale e dei Comuni fu la volta del dominio dei Gonzaga, che con Cristierno, restaurarono la rocca.
È stata eretta nel 1022 sulla sommità del colle che sovrasta l'abitato di Solferino, nel tempo assunse valenza strategica per la sua posizione geografica dato che rappresenta il punto più elevato della provincia di Mantova.
Cristierno Gonzaga, marchese di Solferino, la restaurò nel 1611.
Fino al 1866 il confine di stato tra Regno d'Italia e Impero austriaco passava infatti poco lontano da questa fortezza. Nel 1866, in seguito alla terza guerra d'indipendenza, perse questa funzione per l'annessione del Veneto all'Italia.
Qui ebbe anche luogo la sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino del 24 giugno 1859, con scontro armato della seconda guerra d'indipendenza, durante la quale si affrontarono gli eserciti franco-piemontese ed austriaco, che si contesero il controllo della Rocca. La Rocca, dopo un periodo di abbandono, subì importanti restauri nel 1870, quando divenne un museo. Venne restaurata nuovamente nel 2011 in occasione del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia.
Nello splendido borgo di Volta Mantovana, situato sulle colline moreniche, Celti, Etruschi, Romani, hanno lasciato notevoli resti del loro passaggio oggi conservati nel Museo archeologico di Cavriana.
Tra la fine del X e gli inizi dell’XI secolo venne inclusa nel sistema economico e difensivo della potente famiglia Canossa, che estendeva il suo dominio dalla Toscana alle colline moreniche mantovane.
Verso la metà del 1400 Ludovico Gonzaga e la moglie Barbara di Brandeburgo fanno costruire un loro palazzo all’interno del centro fortificato, dove con la famiglia e la corte si recano durante le estati afose della città oppure nei periodi in cui la peste entrava in città.
Venne donato nel 1515 a Ludovico Guerrieri e, ristrutturato nei corsi dei secoli, rimase di proprietà della famiglia fino al 1800. Nel 1929 a Carlo Cavriani fino alla metà degli anni ’80 quando il Comune lo acquista e lo trasforma in sede comunale.
Gli interni con affreschi sono pregevoli, specialmente quelli della volta dell’abside dell’Oratorio della Natività di Maria.
I giardini della villa, in pieno stile cinquecentesco, sono un esempio di tipico giardino all’italiana.